lunedì 31 gennaio 2011

Buchstabenmuseum — il museo delle lettere di Berlino



Nel centro di Berlino, nei pressi della celeberrima Alexanderplatz in Karl-Liebknecht-Straße 13 nel Berlin Carré, ha sede il Museo delle Lettere e dei Caratteri Tipografici (Buchstabenmuseum).
Non è un “classico” Museo tipografico dove trovare caratteri, macchinari per le varie tipologie di stampa, ecc. ma un luogo dove si conservano e si documentano le “lettere” senza distinzione di cultura, lingua e dei sistemi di carattere in tutte le rappresentazioni possibili: da quelle tridimensionali utilizzate per le insegne o frammenti di scritte, a quelle tatuate; da quelle riprodotte in forma di pasta o biscotti a quelle fatte con i mattoncini Lego. Ogni materiale (che sia industriale o artigianale), ogni supporto, ogni condizione (nuove, rovinate o distorte) ed ogni forma sono buone bastano che siano “lettere”.
Le lettere sono gli elementi di base di tutte le tradizioni di semiotica testuale e della comunicazione scritta.


Come conseguenza della crescente omogeneizzazione della qualità del paesaggio urbano le lettere progettate e i segnali stanno scomparendo dallo spazio pubblico. A causa della scomparsa delle aziende tradizionali e dell’affermazione dei brand globali, caratteri regionali e storici si estinguono e scompaiono.


Il Museo delle Lettere – fondato nel 2005 da Barbara Dechant e Anja Schulze – lavora sia come una “recycling” company che come un archivio. Il Museo colleziona oggetti che semioticamente siano testimonianza significante dell’ABC, di significati indipendentemente dal materiale in cui sono state realizzate, della diversità delle funzioni e della varietà estetica.
Il Museo è organizzato in modo da esporre i propri materiali in modo non convenzionale, per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla tipografia oltre che sulla collezione stessa.


Barbara Dechant ama e raccoglie lettere da molti anni e la sua collezione privata è divenuta sempre più grande non solo nella quantità ma anche nelle grandezze. Quando ha conosciuto la sua collega Anja Schulze hanno unito le loro due inclinazioni. Anja ha sempre voluto gestire un’impresa culturale e sua è stata l’idea di fare un Museo. Ecco perché tutte le lettere piccole e grandi hanno ora una casa accogliente.
Il loro obiettivo è ottenere lettere provenienti da tutto il mondo, per esempio dall’Asia dove queste tipologie di lforme sono così straordinariamente belle.
Recentemente hanno contattato per l’Italia l’Aiap dove i soci, in accordo con le curatrici del Museo, possono contribuire alla collezione inviando testimonianze della storia tipografica italiana.

mercoledì 26 gennaio 2011

La top 100 dei fonts più usati

Vi segnalo un link dove potete trovare la top 100 dei caratteri più usati...


Purtroppo il sito è in tedesco, ma comunque è interessante vedere la classifica dei 100 fonts più importanti, insieme a storia, esempi e commenti da parte degli utenti. E soprattutto, la grafica del sito è molto carina a mio parere... perciò... buon divertimento! :)
Indovinate chi è il numero uno? La domanda, ovviamente è retorica.

giovedì 20 gennaio 2011

Helvetica vs Arial

Da quando la Microsoft ha inserito nei suoi sistemi operativi l’Arial abbiamo assistito inermi alla diffusione planetaria di questa font che altro non è se non la brutta copia del Neue Haas Grotesk meglio conosciuto come Helvetica, disegnato nel 1957 da Max Miedinger per la Haas Type Foundry di Munchenstein (Svizzera).
L'Arial invece è stato creato nel 1982 da Robin Nicholas e Patricia Saunders per la Monotype Typography. Come già detto, è generalmente risaputo che l'Arial è stato pensato come sostituto del famoso Linotype Helvetica (ma "costruito" in modo da non essere così simile da causare problemi legali). La maggior parte delle differenze più vistose fra Arial e Helvetica sono:
la coda ad angolo del "1",
l'assenza di una coda nella "G",
la parte superiore ad angolo della "t".

E ora che vi ho dato questi semplici indizi, come ve la cavate con questo simpatico quiz?


E nel caso che, come me, siate dei forti sostenitori dell'Helvetica, potete sfogarvi con questo giochetto... :) Buon divertimento! :)

martedì 18 gennaio 2011

Helvetica: un film per un carattere

Il 2007 ha visto come protagonista il cinquantesimo anniversario della creazione del carattere Helvetica, il più diffuso e conosciuto carattere tipografico. Per festeggiare degnamente la fortuna del carattere è uscito il film Helvetica che ne ripercorre la storia e la fortuna.
Creato nel 1957 da un’idea di Max Miedinger per la fonderia svizzera Haas portò dapprima il nome di Neue Haas Grotesk per poi diventare ufficialmente Helvetica.
Infatti il direttore Eduard Hoffmann della Haas incaricò Miedinger, un ex impiegato e progettista freelance, di disegnare un set di caratteri sans serif da aggiungere alla loro linea. Il risultato fu dapprima denominato Neue Haas Grotesk, ma il nome fu successivamente cambiato in Helvetica (derivato da Helvetia, il nome romano per la Svizzera), quando le società tedesche Stempel e la Linotype introdussero sul mercato la serie completa di caratteri nel 1961.


Introdotto nel bel mezzo di un’onda rivoluzionaria nel campo del lettering, la popolarità del carattere svizzero fece presto breccia nelle agenzie di pubblicità che vendettero questo nuovo stile di disegno ai loro clienti, l’Helvetica così comparve rapidamente nei marchi corporativi, nel signage per i sistemi di trasporto, nelle stampe d’arte ed in altri innumerevoli campi della comunicazione.
L’inclusione, nel 1984, nei font di sistema Macintosh confermò la sua diffusione anche nella grafica digitale.

mercoledì 12 gennaio 2011

La storia di dieci caratteri che ci girano intorno, ovvero anche le lettere hanno i loro sentimenti




Di seguito vi propongo un articolo apparso ne "Il Sole 24 ore" il 17 dicembre 2010
Cyrus Highsmith è un typedesigner che ha voluto per un giorno vivere rinunciando a tutti quegli oggetti che si presentavano sotto forma di scritte con la font Helvetica. Nonostante Simon Garfield, nel suo libro «Just my type: a book about fonts» segnali la presenza di 100.000 fonts differenti al mondo, l'esperimento di Mister Highsmith, è fallito.
Abbiamo chiesto quindi a Silvia Sfligiotti, graphic designer, di compilare una «mini rassegna di carattere» per riuscire a meglio interpretare i segni del nostro quotidiano: dall'onnipresente Helvetica, all'infantile e odiato Comic Sans. Ecco il manuale per non confondersi e riconoscerli. Dalla segnaletica della metropolitana a quella dei bus, dalla carta di credito al telecomando della tv fino alle etichette degli abiti, Cyrus Highsmith, lo racconta il New York Times, si è reso conto che l'Helvetica impera ovunqueLa sfida è servita a dimostrare l'importanza del segno nel nostro quotidiano.

martedì 11 gennaio 2011

Typography is what language looks like

Che cos'è la tipografia? secondo i più comuni dizionari la tipografia è la tecnologia per produrre testi stampati usando matrici in rilievo composte di caratteri mobili o di Clichès inchiostrati. Per estensione, indica anche l'officina in cui tale attività viene esplicata, e l'attività artigianale o industriale connessa.

L'attività tipografica si dispiega nell'esercizio di varie operazioni, come ad esempio:
  • Il disegno dei caratteri tipografici, 
  • L'impaginazione dei caratteri sulla pagina (formatura tipografica) 
  • La stampa del supporto (carta, catone, seta, raso, pergamena, plastica, metallo) 
  • Il confezionamento dei supporti stampati nel formato e veste finale di utilizzo: foglietti, blocchi, libri, calendari, manifesti, etc. 
Queste richiedono competenze non banali e scelte che possono essere assai impegnative sul piano estetico-contenutistico, tanto da giustificare il termine di arte tipografica.
Ma la spiegazione che meglio spiega il termine tipografia è quella anglosassone che con il termine Typography intende tutto ciò che ruota intorno ai caratteri tipografici: il disegno dei glifi, l’anatomia delle forme delle lettere, le regole tipometriche dalle misurazioni al kerning, le regole compositive fino alla digitalizzazione delle font.
Essere tipografo dunque, non è solo un lavoro, ma una vera e propria arte.
A questo proposito pubblico il video vincitore del Motion Graphics Award al VFS Vancouver Film School, dove viene illustrata una lezione di Tipografia.