mercoledì 12 gennaio 2011

La storia di dieci caratteri che ci girano intorno, ovvero anche le lettere hanno i loro sentimenti




Di seguito vi propongo un articolo apparso ne "Il Sole 24 ore" il 17 dicembre 2010
Cyrus Highsmith è un typedesigner che ha voluto per un giorno vivere rinunciando a tutti quegli oggetti che si presentavano sotto forma di scritte con la font Helvetica. Nonostante Simon Garfield, nel suo libro «Just my type: a book about fonts» segnali la presenza di 100.000 fonts differenti al mondo, l'esperimento di Mister Highsmith, è fallito.
Abbiamo chiesto quindi a Silvia Sfligiotti, graphic designer, di compilare una «mini rassegna di carattere» per riuscire a meglio interpretare i segni del nostro quotidiano: dall'onnipresente Helvetica, all'infantile e odiato Comic Sans. Ecco il manuale per non confondersi e riconoscerli. Dalla segnaletica della metropolitana a quella dei bus, dalla carta di credito al telecomando della tv fino alle etichette degli abiti, Cyrus Highsmith, lo racconta il New York Times, si è reso conto che l'Helvetica impera ovunqueLa sfida è servita a dimostrare l'importanza del segno nel nostro quotidiano.

Helvetica
Helvetica è un po' i Beatles della tipografia: è talmente diffuso ed amato che le sono stati dedicati numerosi libri e anche un documentario. Disegnato nel 1957 dallo svizzero Max Miedinger, non costituiva a suo tempo una grande novità, ma era il perfezionamento di caratteri che esistevano già nell'Ottocento. Helvetica è nato al momento giusto – quello in cui la nuova grafica svizzera faceva da modello a designer di quasi tutto il mondo – e da allora non ha smesso di essere utilizzato.
Times New Roman
Questo carattere fu disegnato nel 1931, su incarico del quotidiano The Times, da Stanley Morison, uno dei più importanti tipografi e studiosi inglesi, insieme a Victor Lardent, un grafico che lavorava presso il quotidiano. L'intento di Morison era quello di creare un carattere che pur mantenendo elementi classici andasse incontro alle esigenze di un quotidiano, ovvero avere una buona leggibilità, nitidezza di stampa e risparmio di spazio.
Nel frattempo, il quotidiano inglese è da tempo passato ad altri caratteri, e il Times New Roman è diventato uno standard presente su quasi ogni computer. 
Gotham
Anche se è stato disegnato nel 2000 da Tobias Frere-Jones, Gotham riporta in auge modelli della tradizione americana, e più precisamente i caratteri usati per le insegne tra gli anni 30 e gli anni 50. Forse è per rassicurare l'elettorato americano che questo carattere è stato scelto nel 2008 per la campagna elettorale di Barack Obama.
Georgia
Georgia, disegnato dall'inglese Matthew Carter, è il primo riuscito tentativo di realizzare una font che avesse una buona resa di lettura sia sullo schermo, sia in stampa. Commissionato da Microsoft e distribuito insieme ai suoi software, fa ormai parte dei cosiddetti caratteri "default", quelli che sono presenti praticamente su ogni computer: per questo motivo, è anche tra i più utilizzati per i siti web di informazione (per esempio, quello del New York Times).
Johnston
Nessuno ne conosce il nome ma chiunque sia stato a Londra ne conosce l'aspetto: è il carattere disegnato da Edward Johnston per la London Underground, e dal 1916 è utilizzato costantemente per qualsiasi aspetto della comunicazione, dal logo, ai nomi delle stazioni, alla celebre mappa della metropolitana, diventando un elemento molto caratteristico del paesaggio urbano londinese.
Garamond Simoncini
Anche se, come tanti altri, prende il nome dallo stampatore francese Claude Garamond, questo carattere non ha molto di cinquecentesco. È stato realizzato nel 1956 da Francesco Simoncini su incarico della Einaudi, e da allora è il carattere da testo usato per tutti i libri della casa editrice, prima nella versione in piombo e ora in quella digitale. Il successo è stato tale che nel corso del tempo molte altre case editrici hanno imitato Einaudi, ed ora un gran numero di libri pubblicati in Italia sono composti con questa font.

Futura
Quando Paul Renner lo disegnò, nel 1927, Futura rispondeva perfettamente, con le sue forme pure e geometriche, alla tipografia delle avanguardie e del Bauhaus.
All'inizio del XXI secolo lo troviamo un po' ovunque: anche nella segnaletica delle stazioni italiane, in cui purtroppo non dà il meglio di sé: le lettere si assomigliano un po' tutte, e non aiutano il viaggiatore ad orientarsi. 

Comic Sans
Il nome dice tutto: è un carattere che imita la scrittura usata nei fumetti, ed è per questo che è stato disegnato. Per sfortuna sua e del suo autore, Vincent Connare, anziché rimanere nel suo campo specifico, è stato incluso nel pacchetto Windows 95 ed è diventato il carattere più amato dai grafici della domenica, e di conseguenza il più detestato dai grafici professionisti.

Frutiger
Se state camminando in uno degli aeroporti più importanti del mondo, come quelli di Amsterdam e New York, e non vi state perdendo, lo dovete anche alla chiarezza e alla leggibilità di un carattere tipografico. Disegnato dallo svizzero Adrian Frutiger nel 1975 per l'aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, questo carattere è stato poi utilizzato in molti altri scali, anche grazie al lavoro del celebre wayfinding designer Paul Mijksenaar, che lo considera il più efficace in queste situazioni.

Sole Serif 
Come il Times nel 1931, anche il Sole24 Ore ha sentito la necessità di un nuovo carattere per l'inserto domenicale commissionado la creazione di una nuova font a Luciano Perondi che ha creato il Sole Serif. In quasi ottanta anni le tecniche di stampa sono migliorate, e i quotidiani si sono evoluti verso una comunicazione che integra testo e immagini. Ora un carattere non deve solo risparmiare spazio e facilitare la lettura: esso diventa un elemento identificativo della testata, che accompagnando settimanalmente i lettori diventa familiare e si fa riconoscere, come si riconosce la voce di una persona conosciuta.
Trovo che l'articolo sia esemplificativo del fatto che, nonostante esistano migliaia di font, tendiamo ad utilizzare sempre i soliti 10, chi più o chi meno, ma i font utilizzati sono sempre gli stessi.
Mi trovo anche molto d'accordo con le spiegazioni ed i commenti scritti per ogni font, soprattutto per il Comic Sans, che, diciamocelo, non è uno dei migliori caratteri inventati. O meglio, è fine a se stesso, in quanto dovrebbe essere utilizzato solo per i testi nei fumetti, ma, come dice nell'artcicolo "i grafici della domenica" lo utilizzano per i propri lavori, facendo cadere in basso la visione della vera professione del grafico, basata sulla ricerca, sull'armonia e sulla bellezza. Tutte caratteristiche che il Comic Sans NON  esprime!
Un'altra piccola considerazione va fatta in merito al Times New Roman, font con un ottima leggibilità ed un perfetto equilibrio ma rovinato dall'avvento di Word. Infatti, la maggior parte dei documenti scritti con Word è  in Times New Roman 12 pt, solo ed esclusivamente perchè l'utilizzatore non ha voglia di fare la fatica di cambiare font e dimensione, e tutto ciò lo trovo assolutamente ridicolo.


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